Il terzo punto irrinunciabile del nostro programma per le elezioni del 2014 è: l'avvio del Bilancio Partecipativo. Partendo dal presupposto che il benessere di una comunità non può essere solo una responsabilità delegata all'Amministrazione, bensì un interesse e un impegno collettivo, che il Titolo V della nostra Costituzione vede i cittadini come soggetti attivi nella costruzione di un vero welfare di comunità, che il suo valore viene affermato nell'articolo 11 dello Statuto Comunale di Sacile, che da più parti, mondo economico compreso, ormai viene richiesta pressantemente una pratica di democrazia che sappia far emergere i reali bisogni e condividere le migliori soluzioni, SPS vede nel progetto partecipativo una grande possibilità per la nostra città. Una possibilità di sviluppo alternativo che lega insieme riscoperta del dibattito, della condivisione, di relazioni sociali, di cura dell'ambiente, di sviluppo culturale, di riqualificazione urbana. Il senso del Bilancio Partecipativo non è focalizzato sull'aspetto tecnico del documento di Bilancio, bensì sul percorso decisionale, seppur lungo e inizialmente faticoso, e sulla rivitalizzazione dell'intelligenza collettiva. Si potrebbe dire che il processo è più importante del prodotto. Il Bilancio Partecipativo rappresenta il luogo dove responsabilità politiche, meccanismi burocratici e gestione di risorse finanziarie vengono innanzitutto condivise e chiarite al cittadino per pervenire una decisione comune. Non si tratta però, come spesso accade, di scegliere tra due possibilità o di avere a disposizione un determinato budget, si tratta di aprire
un ascolto e un dialogo duraturo tra amministratori e cittadini, che rende entrambi più consapevoli delle reali esigenze della città,; si tratta di approdare infine ad una co-decisione che permette una miglior allocazione delle risorse finanziarie e, soprattutto, neutralizza lo scontro a posteriori. Dove il Bilancio Partecipativo funziona non ci sono comitati. A differenza dei presunti processi decisionali venduti come partecipativi, ma che comunque si basano su delega o si rivolgono solo ai cosiddetti “portatori di interessi”, nel BP conta ogni singolo cittadino. Ecco perchè conferisce ugual dignità, senza differenziare tra età, estrazione sociale, appartenenza a categorie o associazioni. La partecipazione si attua mediante assemblee, consulte, tavoli di progettazione. Ha andamento ciclico e ben strutturato e prevede il momento deliberativo. Il voto non è "consultivo", ma vincolante. L'attivazione di una pratica partecipativa permette di raggiungere alti risultati di scenari sostenibili in favore del “bene comune città” e rappresenta il collante tra i nostri due punti già elencati. Ecco perchè è il nostro terzo punto irrinunciabile. |