Sacile Partecipata e Sostenibile

A Sacile si rileva anche il PM2,5 ma ... nessuno lo sa! PDF Stampa E-mail
Martedì 03 Gennaio 2023 09:29

Una buona notizia per quanti in questi anni hanno consultato i report mensili sui valori dell’inquinamento pubblicati ogni fine mese dal lontano novembre 2011 nel sito di sacilepartecipata: nel nuovo assetto del sito dell’ARPA si possono vedere nuovamente i dati giornalieri. Perciò da dicembre trovate nella sezione "Inquinamento" del menù a sinistra l'ormai classico pdf che riporta in modo semplice i valori dell'intero mese.
La pagina del sito dell'ARPA non è più quella di prima, dove bastava cliccare il Comune e apparivano in automatico NO2 e PM10, ma in compenso la consultazione disaggregata per inquinanti, si è arricchita e sono visibili i parametri di Biossido di zolfo, Biossido di azoto, Monossido di carbonio, Ozono, Particelle sospese PM10, Particelle sospese PM2.5.
La cosa particolarmente interessante per Sacile è la rilevazione del PM2,5 effettuato da tempo dalla nuova centralina di via ponte Laccchin. Ma qui è successa la solita svista che non dovrebbe succedere in una questione così delicata e grave come la lettura dell’inquinamento sul nostro territorio:mi sono accorta che, seppur in elenco, nella pagina di consultazione non apparivano i dati del PM2,5.Fatto presente al tecnico dell’ARPA, gentile e competente e solerte, nel giro di tre giorni la mancanza è stata recuperata.

Dove sta però anche questa volta la gravità della cosa?
NESSUNO si era accorto che mancavano i dati di Sacile.

La gravità sta nel fatto che non avrebbe dovuto accorgersi del difetto una semplice cittadina, avrebbe dovuto scoprirlo e segnalarlo all’ARPA uno dei nostri amministratori! Evidentemente invece nessun assessore (nemmeno alcun consigliere) si è è mai preoccupato di andare a vedere gli indicatori giornalieri dell’inquinamento a Sacile e, men che meno, dimostrarsi molto interessato della nuova funzione della centralina in grado di misurare il PM2,5!

Eppure il PM2,5 rappresenta un valore di polveri sottili di gran lunga più preoccupante del PM10. Infatti come per il PM10 le particelle fini sono caratterizzate da tempi lunghi di permanenza in atmosfera ma, rispetto alle particelle grossolane, i PM2,5 date le ridotte dimensioni, una volta inalate sono in grado di penetrare in profondità nel sistema respiratorio umano superando la barriera tracheo-bronchiale e raggiungendo direttamente la zona alveolare.
Già avevate letto in un articolo del lontano 2012 gli effetti del PM2,5 sui bambini. Infatti la ricaduta del PM2.5 potenzia la sua gravità più scende l'età: le stime ufficiali dicono che le malattie correlate all'ambiente colpiscono maggiormente i bambini, in particolare sotto i cinque anni e ancor peggio sotto 1 anno, in quanto un bimbo respira due volte in più di un adulto e possiede una superficie cutanea estremamente permeabile.

Nonostante questa decisamente maggior gravità a tutt’oggi se ne parla troppo poco, anzi, è meglio dire che si tenta di non parlarne affatto. Prova ne è che non esiste ancora una soglia giornaliera, bensì solo una annuale.

Fino al 2008, in cui l’UE ha emanato la direttiva 2008/50/EC, le micropolveri PM2.5 non erano nemmeno state prese in considerazione, nonostante siano le più pericolose per la nostra salute. Ma tra l’essere prese in considerazione e l’esser messe ancor più in risalto del PM10 ce ne passa. La nostra legislazione ha recepito la direttiva europea due anni dopo e ad oggi non sono stabiliti limiti giornalieri, come per le PM10, ma solo annuali: il valore limite come “media annua” è stato stabilito a 25 µg/mc.
Lo capisce anche un bambino che una media annua è ben diversa da quella giornaliera, certamente più facilmente induce a non preoccuparsi perché rilevazioni fatte in pochi mesi invernali, caratterizzati da pesante inquinamento dovuto a riscaldamento, peggio ancora, stufe, poche pioggie e nebbie che creano una cappa, si ritrovano a far media con più mesi di generale mitezza del clima in cui anche lo stesso PM10 si abbassa.

Ma ATTENZIONE!
Proprio questo è gravemente fuorviante, perché I NOSTRI BRONCHI NON FANNO CERTO UNA MEDIA, ma inalano ciò che in quel determinato giorno è alle stelle.
Solo nell'Unione europea il PM2.5 provoca 428 000 morti all'anno,172 al giorno. Le relazioni tra esposizione a PM2.5 e rischio di mortalità da cardiopatia ischemica, malattia cerebrovascolare, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro del polmone e infezioni respiratorie inferiori sono ormai ampiamente provate.

Il puro dato numerico della “media” è dunque ben diverso dagli effetti che le polveri sottili hanno sulla salute.
Mentre si parla di 25 µg/mc come limite annuale di PM2.5 per Italia ed Europa, l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, pone infatti un valore limite di riferimento ben diverso relativamente ai possibili effetti sulla salute: consiglia di non oltrepassare la soglia annua di 10 µg/mc e la soglia giornaliera di 25µg/mc!
E recenti studi del Ministero della Sanità hanno rilevato che ogni aumento di 10 µg/mc di PM2.5 corrisponde ad un incremento della mortalità per tumore ai polmoni del 14%!

D’altra parte non ci stupiamo troppo: sappiamo bene che anche per il PM10 l’OMS consiglia di non superare i 20 µg/mc, oltre i quali dovrebbe scattare il livello d’allerta, invece noi abbiamo previsto come limite addirittura 50 µg/mc. Le concentrazioni di polveri sottili e particolato fine da non oltrepassare per legge in Italia sono dunque molto superiori, addirittura doppie, a quelle raccomandate dalla principale autorità mondiale in tema di salute.

Inoltre in Italia sono permessi fino a 35 giorni di sforamento, mentre l’OMS ne raccomanda massimo, udite udite, al massimo TRE.

Ogni anno praticamente tutte le regioni italiane superano i limiti consentiti e così ad es., nonostante i mesi di lockdown, anche il 2020 aveva evidenziato un nuovo aumento rispetto all’anno 2019. E la situazione si ripete sempre con la tendenza a superare in peggio l’anno precedente.
E provate solo lontanamente ad immaginare a quale disastroso livello deve essere stato il PM2,5 quando il solo PM10 era schizzato ad es. a 158µg/mc in mesi nromalmente freddi come gennaio!

Ma quanti se ne preoccupano davvero???
I nostri amministratori pare non molto……

Voglio concludere questo lungo articolo dedicato all’importanza della rilevazione del PM2,5 con una NOTIZIA POSITIVA:
date le temperature miti di tutto novembre e tutto dicembre, eccetto due tre giorni, PER LA PRIMA VOLTA Sacile NON SUPERA il limite di sforamento dei 35 giorni, ma si attesta a soli 25!
A riprova che, come sostengo da 20 anni, non è più tanto il traffico che nel frattempo ha visto un gran ricambio di mezzi, ma è IL RISCALDAMENTO DEGLI EDIFICI. In Europa si sta lavorando ormai da decenni sull’efficientamento delle costruzioni, edifici pubblici in primis. Pensate solo che un città come Francoforte è impegnata con un piano ben preciso per la riduzione di CO2 sin dal 1987 (nuovo piano nel 2008 e dal 2014 rinnovato masterplan) e con fondi certi e cospicui a disposizione, ha ridotto le emissioni ad oggi del 15%.
Noi ce ne stiamo accorgendo ora grazie al costo delle bollette. Con una stima nel solo FVG di 78mila famiglie in cosiddetta povertà energetica.
Al solito, sempre sempre sempre in emergenza. Oppure promettendo il solito facile miracolo, come nel 2017, quando l’assessora Zanfrà nel giro di DUE anni aveva annunciato che "entro il 2020 ridurremo del 20% le emissioni di CO2".



Ultimo aggiornamento Martedì 03 Gennaio 2023 12:36
 
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