Le Associazioni Ambientaliste sulla variante del PRGC n.58: fermiamo questa cementificazione del territorio! |
Sabato 19 Febbraio 2011 10:59 |
Si allarga il cerchio di chi è seriamente preoccupato per il grave problema ambientale che a Sacile e in provincia è ormai sotto gli occhi di tutti e i cui effetti sono indiscutibilmente da attribuire al dissennato consumo di territorio esploso in particolare nella seconda metà degli anni ottanta. Negli ultimi anni, senza più motivazione di aumento demografico della popolazione, persiste la folle corsa all’urbanizzazione con aree di espansione residenziale, artigianale, commerciale ed industriale che a loro volta generano nuove opere infrastrutturali (autostrade, tangenziali, svincoli,ecc.). Sacile ha infatti oltre 600 abitanti per chilometro quadrato; il doppio di Cordenons con lo stesso numero di abitanti! Alcuni rappresentanti delle varie Associazioni Ambientaliste hanno dunque presentato le loro osservazioni alla variante del PRGC n.58 per fermare questa cementificazione del territorio e favorire invece il recupero delle zone già urbanizzate. Si propongono soglie massime ai cambi di destinazione, fermando la localizzazione di nuovi insediamenti residenziali e commerciali fuori da ogni logica di pianificazione urbanistica e dei trasporti, proponendo anche la compensazione ecologica degli impatti abitativi con la creazione di nuovi boschi per abbattere l'inquinamento. Per il Comune di Sacile si propone nello specifico: “1) La limitazione dell'edificato con riperimetrazione dell'esistente, con conseguente stralcio e rimodulazione delle aree di espansione C1 di San Liberale. San Michele, Ronche,Cavolano, e Camolli-Casut. 2) La rimodulazione e riduzione delle aree denominate C/C residenziale con compensazione urbanistica, i cui vantaggi alla collettività sono teorici e impercettibili rispetto al mantenimento delle unità di paesaggio già esistenti. 3) Lo stralcio degli ambiti destinati a progetti di viabilità altamente impattanti, in particolare la "gronda est", la nuova viabilità di Topaligo e di San Odorico. 4) La modifica delle scelte espresse con la variante 54, che appaiono incongruenti o scarsamente attuabili a fronte dell'attuale congiuntura economica, attraverso una politica urbanistica ispirata al risparmio del suolo; riducendo le volumetrie di piano, indirizzando il comparto edile verso l'adozione di strategie di ricostruzione e ristrutturazione energetico del patrimonio edilizio esistente.” Oggi i Comuni sembrano ormai più una sorta di agenzia immobiliare che soggetti garanti di programmi d'interesse collettivo. Questa urgente inversione di tendenza è motivata a maggior ragione non più solo dall’interesse alla tutela ambientale, ma dal grave problema della salute pubblica minacciata delle emissioni nocive generate da traffico e, non dimentichiamo, dagli edifici. Di questo la politica non se ne preoccupa, come appare e vidente dall’immotivato ritardo della nostra regione nell’applicazione della Valutazione Energetica degli edifici e nella totale mancanza di coraggio nel decidere che non si costruisca più sotto la classe energetica B. Alla luce del perdurare di queste politiche di famelico consumo del suolo e folle cementificazione ben pochi effetti potranno avere tutti i tentativi di promuovere soluzioni di mobilità alternativa e Piani del Traffico che non andranno altre dichiarazionidi principio e deboli soluzioni che ripresenteranno i problemi punto e a capo dopo pochi anni. |