Il manifesto "Stop al cemento" colpisce nel segno ed apre il dibattito sulle scelte urbanistiche sacilesi ... ci voleva! |
Sabato 14 Maggio 2011 09:17 |
Sembra aver colpito nel segno il manifesto che abbiamo dedicato a uno dei temi portanti del nostro programma e che è rivolto ovviamente a tutte le forze politiche “cementificatrici”. Come lista Sacile Partecipata e Sostenibile abbiamo aderito uffcialmente, e siamo solo due in regione, al manifesto della campagna nazionale "Stop al consumo di territorio" avviata del Sindaco Domenico Finiguerra di Cassinetta che nel suo Comune ha ottenuto un grande miglioramento della qualità di vita. Il nostro manifesto è parte del nostro impegno coerente che non è mai venuto meno dal primo giorno che ci siamo costituiti. E’ innegabile che anche a livello locale la situazione sia preoccupante: bisognerebbe avviare un’indagine concreta basata su dati certi per calcolare quale sia per Sacile il cosiddetto “limite di non ritorno” superato il quale l'ecosistema non è più in grado di autoriprodursi. Il nostro territorio è saturo, frammentato, cosparso a macchia di leopardo di case, strade, capannoni, e a rischio idrogeologico. Abbiamo tracciato centinaia di chilometri di nuove strade e siamo ancora ostaggio del traffico. Dopo Pordenone siamo il Comune più edificato. L’agenzia del territorio ha rilevato 120 case non censite, cui si aggiungono ca. 450 abitazioni a disposizione presso le agenzie e altre 150 da privati. Ma molte giovani coppie si spostano a Fontanafredda o a Brugnera perché vantiamo i prezzi più alti al metro quadro. Ma si continua a costruire. Per chi?
Ovvio che in teoria una Variante può anche servire a “ridurre” o essere destinata a servizi, ma allora come mai la nostra città oggi si ritrova, a detta di tutti, in forte ritardo? Certo ci sono Comuni come Grottammare, che ha ridotto di ben un milione di metri cubi le previsioni edificatorie, o come S. Giuliano Fiorentino, che ha un PRG di oltre 10 anni e solo due Varianti, ma quale Amministrazione di Sacile si è mai distinta per una decisione simile? In verità le Varianti sono agile strumento dell’urbanistica contrattata con gli interessi economici e riflettono un “pianificar facendo” che è segno inequivocabile della rinuncia del governo pubblico del territorio finalizzato al bene comune. |
Ultimo aggiornamento Sabato 14 Maggio 2011 09:31 |