Sacile Partecipata e Sostenibile

Sacile è già "PPI" PDF Stampa E-mail
Sabato 27 Dicembre 2014 18:31

Diciamo le cose come stanno:
E' verissimo che il Pronto Soccorso di Sacile in realtà non lo è più da tempo. E non certo per le competenze professionali di chi vi opera, visto che i medici sono gli stessi che operano egregiamente in turni di 12 ore (!!!) anche al PS di Pordenone. Una lode inoltre al personale infermieristico del PS di Sacile, che unitamente alla professionalità è dotato anche di una carica umana. Medici e infermieri, sottoposti in quanto area emergenza ad uno stress notevole, che rispecchiano perfettamente quanto indicato come caratteristiche degli operatori in area emergenza, e cioè della trasformazione negli anni ad una disciplina che oggi "fa riferimento ad un corpus dottrinario interdisciplinare che privilegia la visione olistica del paziente critico e non la frammentazione plurispecialistica" (v. doc. sugli Standard).

Quello che a Sacile non fa del PS un vero PS è l'inserimento nel contesto ospedaliero (rimasta la sola Medicina; cardiologo e rianimatore presenti solo fino alle 16.00; radiologia con tecnico "reperibile"), la dotazione strutturale e, ovviamente, l'orario NON sulle 24 ore.
Emerge quindi la solita ipocrisia politica: consultando il nuovo servizio dell'Azienda Osp. dedicato ai tempi di attesa Sacile pare ancora avere un Pronto Soccorso....MA...non compare l'informazione che funziona solo sulle 12 ore (che appunto NON vale per un PS), come invece è ben scritto sotto Maniago, giustamente definito Punto di Primo Intervento. Si rischia che una persona nuova del luogo si rechi dopo le 20.00 a Sacile vedendo che ha una attesa pari a zero. Peccato che poi trovi tutto chiuso.
Esattamente la stessa ipocrisia che ha fatto infilare l'aggettivo "ospedaliero" in aggiunta alla denominazione "Presidio per la Salute".
(E siccome si tratta di salute stavolta non aggiungiamo "he he he"......)

La trasformazione del Pronto Soccorso di Sacile a Punto di Primo Intervento (che tratta codici bianchi e verdi) è avvenuta ovviamente in parallelo alla chiusura dei vari reparti, cioè alla cancellazione delle funzioni per acuti dell'Ospedale di Sacile, con la trasformazione voluta dalla Legge reg. 13/1995 . Viene infatti riportato anche nel documento prodotto dal Ministero della Salute che ha effettuato una “Ricognizione della normativa, delle esperienze, delle sperimentazioni, relativamente a emergenza e 118, a livello regionale e nazionale”, dove a pg.41 si legge:
“a) Punti di Primo Intervento: Sono previsti nelle sedi degli Ospedali ex. Art. 21. Questi ospedali, dismessa la funzione assistenziale per acuti, concorrono al sistema per l’espletamento di funzioni di Primo intervento e costituiscono punti di partenza per mezzi e personale di soccorso sulle 24 ore.”

Nulla avrebbe comunque vietato, né lo vieterebbe ad oggi, che il PPI fosse aperto 24 ore su 24 (ad oggi 12 ore coperte da auto-medica che  interviene in caso di codice rosso).

Quello che noi oggi contestiamo non è la logica in sé, ma il fatto che ancora una volta non pare essersi palesata negli anni la promessa efficacia, il promesso miglioramento delle prestazioni.

Quante promesse di risparmio in favore del potenziamento di altri servizi, quando si è trattato di esternalizzare i servizi di pulizie, della mensa, della lavanderia, del centro diurno, dell'ambulanza. Non ne abbiamo mai saputo nulla noi cittadini (eppur son soldi nostri) a quanto dopo un tot anni ammontava il risparmio e di dove allora questo - presunto - risparmio si fosse riversato.
Nel caso della massima efficienza della gestione dell'emergenza si tratta di vita o di morte, non di aspettare un caffè al bar.

E' sotto gli occhi di tutti le condizioni in cui versa il Pronto Soccorso di Pordenone. Non sono nemmeno riusciti a spostare, come era stato detto dopo l'ennesimo fatto finito sulla stampa, la via di accesso delle ambulanze (si parlava di lato Farmacia). Abbiamo poi letto tutti in questi anni titoli che parlavano di notti folli, intervento dei Carabinieri, ambulanza che non arriva, PS che scoppia, servono letti-bis, pazienti in osservazione stipati in una stanzetta di pochi metri quadri. E abbiamo anche letto che il grido di allarme spesso partiva dallo stesso personale allo stremo, dallo stesso Primario, dott. Moscariello.
Solo per fare un esempio, siamo sicuri che, come auspicano le raccomandazioni del ministero, sia garantito “l'arrivo entro 8 minuti del 90% delle Unità Operative Mobili dell'Emergenza in codice rosso in area urbana”? E' normale che un "codice giallo" (definito come "presenza di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita" e che precede il "rosso") stia in attesa anche 2 ore?

Noi chiediamo dunque che il PPI di Sacile venga potenziato alle 24 ore finchè non ci sarà a Pordenone un Pronto Soccorso che non appaia più come una bomba ad orologeria, finchè non sarà data adeguata risposta alla questione dei "codici bianchi".

Parlare di Emergenza esclude da sé qualsiasi valutazione numerica. Non è come parlare di parti o di riabilitazione. L'emergenza NON è quantificabile, NON è prevedibile, NON è valutabile. Un PS potrebbe essere, paradossalmente, vuoto per anni, ma “pronto” nel giorno in cui succede la catastrofe.

Ad ogni modo, per leggere nero su bianco quanto previsto per gli standard dell'Emergenza vi invitiamo a leggere questo documento elaborato nel 2012 dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza (SIMEU) e dalla Federazione Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza e Catastrofi (FIMEUC). Si tratta di un lavoro di revisione del “Documento elaborato dalla Commissione SIMEU 2005 sugli Standard strutturali e tecnologici organizzativi e di personale delle Strutture di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza e del documento delle Commissioni SIMEU 2007 “Modelli Strutturali Organizzativi e Standard” ed “Emergenza Territoriale” al fine di aggiornare i modelli organizzativi e le risorse strutturali e tecnologiche alla luce della figura di Specialista di Medicina di Emergenza-Urgenza e dello sviluppo della Rete HUB & Spoke.

Al punto 3.1. sono chiari i Requisiti Strutturali di un Pronto Soccorso:
"Il PS generale o pediatrico (ove esistente) è la struttura organizzativa dell’emergenza-urgenza
deputata agli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente e agli altri interventi diagnosticoterapeutici e clinico-strumentali di urgenza. E’ ubicato in un Ospedale di zona della rete ospedaliera. Il Personale medico appartiene di norma alla Struttura professionale di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza del DEA (Dipartimento di Emergenza ed Accettazione) di riferimento. E’ dotato di letti di Osservazione Breve Intensiva. Il presidio ospedaliero sede di PS deve garantire 24 h/24:
• Attività di chirurgia generale
• Attività di medicina interna
• Attività di diagnostica di laboratorio
• Attività di diagnostica per immagini
• Attività trasfusionale
• Assistenza farmaceutica
• Attività di Anestesia e Rianimazione"

In fondo al documento si trova anche un GLOSSARIO, dove altrettanto chiaramente viene descritto il PUNTO DI PRIMO INTERVENTO (PPI):
"I punti di primo intervento sono previsti nell'ambito delle normative nazionali e regionali; possono coincidere con una postazione di emergenza territoriale 118 (PTE).
La presenza di PPI trova il suo razionale unicamente in aree a bassa/ media densità di popolazione nelle quali il DEA/PS di riferimento sia difficilmente raggiungibile.
I punti di Primo Intervento si distinguono in:
Punti di Primo Intervento, mobili (allestiti per esigenze temporanee) o fissi (con numero di accessi <6000 se attivi 24 ore o <3000 se attivi 12 ore, assegnati al “118”); Punti di Primo Intervento con numero di accessi <6000 se attivi 24 ore o <3000 se attivi 12 ore eventualmente assegnati alle strutture delle Aziende Sanitarie dopo l’attuazione della riorganizzazione della rete ospedaliera.
I PPI devono garantire, nei propri orari di operatività, la presenza di personale medico ed infermieristico esperto appartenente al DE, come da normativa vigente. Se il PPI coesiste con PE 118 medicalizzato il personale sanitario dedicato al soccorso territoriale verrà sostituito temporaneamente da personale della struttura nella quale ha sede il PPI, secondo protocolli definiti dai responsabili della C.O. e del PPI ove non coincidenti. I PPI sono funzionalmente integrati con i Dipartimenti per l'Emergenza.
E’ molto importante il lavoro di integrazione tra lo Spoke, il PPI ed il 118 che insieme devono garantire una costante collaborazione nella gestione dei percorsi clinici dei pazienti, garantendo un continuo presidio medico unitamente alla corretta stabilizzazione e trasporto dei malati a codice rosso e giallo ed afferenti alle reti delle patologie complesse."

PPI che a Sacile prevede un "Point of Care" (ve ne avevamo già parlato).

Infine tocchiamo brevemente anche l'argomento Guardia Medica: la distanza infatti tra GM e Pronto Soccorso è di pochi metri materiali, ma abissale nel momento in cui ci ricorda che i due fanno riferimento a due ambiti diversi, quello territoriale e quello ospedaliero. Altro che univoco ambito "sanitario"! Altro che "il paziente al centro". Tanto per esemplificare concretamente questa distanza facciamo notare che nel 2015 (!) con tutti gli strumenti informatici a disposizione, se un paziente si reca dalla GM magari per lo stesso problema per cui due giorni prima (o anche diverse volte in un certo periodo) era stato visto al PS, deve RISPIEGARE alla GM tutta la sua storia clinica, perchè la GM non può accedere ai dati del paziente memorizzati (grazie al cielo!) invece nella banca dati del PS!
Per non parlare del medico di base, che dovrebbe trovare immediatamente sul computer che il suo paziente è stato o dalla GM o al PS.

Insomma, avere sottomano da parte di qualsiasi MEDICO i dati di un paziente (che magari se anziano o anche solo spaventato può non spiegarsi bene o dimenticare particolari importanti) è da noi ...... MISSION IMPOSSIBLE!!!

Ultimo aggiornamento Martedì 13 Gennaio 2015 19:04
 
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