Sacile Partecipata e Sostenibile

l'arte nella città, l'arte che appartiene al cittadino PDF Stampa E-mail
Mercoledì 23 Settembre 2015 18:51

SPS da tempo sostiene che nella nostra biblioteca manca un vero e proprio spazio per i bimbi, ma ha anche lanciato l'idea di “esternalizzare” gli spazi della biblioteca: trasportare la lettura al di fuori dell'edificio e trasformare la vivibilità di viale Zancanaro, grazie al 30km/h, recuperando un pò quello che una volta era considerato un viale con molto verde ed unirlo in un “ring della cultura” con la vocazione liberty di viale Zancanaro.
Una visione? Sì certo, ma senza una visione, guardando solo alla punta del naso, non ci sarà mai alcun cambiamento......
Vi raccontiamo allora della “visione” di un Sovrintendente e storico dell'arte:

Era il 1977 quando il dott. Klaus Bußmann, responsabile del Museo Regionale della Westfalia, ebbe l'idea di invitare nove artisti per realizzare delle sculture fuori dalle pareti museali. Delle sculture che restassero parte integrante della città di Münster.
Fu così che uno di questi artisti,  Bruce Nauman, progettò un'opera di grandi dimensioni in cemento bianco che potesse essere letteralmente “usata” dai cittadini: una specie di grande piramide rovesciata, uno spazio che implode. Il titolo dell'opera è “ Square Depression”, cioè piazza della depressione.
Fantastica!
Dai suoi bordi il visitatore guarda verso il fondo, un fondo che si restringe. Se scendi hai perfettamente la sensazione che nelle intenzioni di Naumann l'opera doveva evocare: mentre scendi vedi restringersi lo spazio, cresce la sensazione di solitudine e di impotenza.

Naumann ci fa comprendere quanto il ribaltamento di qualsiasi consueta prospettiva (in questo caso il contrario del solito guardare e salire una piramide dal basso verso l'alto) può imporre angoscia, violenza psichica. La collocazione dello spazio al di sotto del punto di fuga si riflette sul ribaltamento, sulla predita del nostro equilibrio interiore.
Geniale!
La materializzazione di una minaccia, l'opera d'arte che per essere compresa deve essere usata, la possibilità per ogni cittadino di provarla e capirla, sempre a disposizione quando e quanto si vuole.

 

 

 

 

 

 

 

Dalla sua inaugurazione nel 2007 ad oggi, a quasi 40 anni dalla prima bozza del progetto, si confermano la sua attualità e la carica emotiva che riesce a trasmettere.
Ecco l'arte che pervade la città, l'arte che non teme di essere toccata/calpestata/usata, l'arte che si rende fruibile e comprensibile a tutti, l'arte che irresistibilmente suscita sensazioni/pensieri/riflessioni/ricordi, l'arte che inevitabilmente coinvolge/sconvolge.

Certo, magari anche la nostra piazza, con le sue strisce blu, le macchie di olio e di gomme varie, le lastre che di volta in volta si crepano, fa un pò "depression" ... il problema è che NON è effetto volutamente artistico ...

Meglio andare oltre dunque.
Meglio vedere un esempio di riuscitissima "esternalizzazione" degli spazi: è l'esempio, ormai affermatosi da vari anni, della piazza viennese del "Museumsquartier".

 

 

 

 

 

 


Non solo un luogo dove gli eventi culturali scorrono dentro e fuori le mura, anche un luogo SEMPRE usato per trovarsi, discutere, leggere, rilassarsi, lavorare al computer, ascoltare musica in compagnia o in santa pace, godersi il sole, ecc. Un luogo dove chi vi sosta può spostare e comporre a piacimento il divertente e colorato arredo (di designer italiano!). Un luogo che - per l'appunto - dà il senso di APPARTENERE a tutti.

Vi immaginate (in piccola scala...!) come potremmo provarci anche NOI?!!!

PS: A fine 2015 anche a Sacile una encomiabile iniziativa: una targa ricordo del vissuto sacilese di Pier Paolo Pasolini, seguita poco dall'esposizione di tre sue poesie su lastre di ottone, sempre in via Gasparotto. Ringraziamo e ci complimentiamo con la promotrice, prof.ssa Liviana Covre.

Ultimo aggiornamento Domenica 13 Dicembre 2015 17:59
 
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