Rinvigorita dalle elezioni regionali alle porte, che di riflesso porteranno anche a prefigurare gli scenari delle prossime elezioni comunali di Sacile, la LEGA si accinge a pascere di erba amara il suo potenziale elettorato. E così, mentre nei luoghi dove davvero il terrorismo colpisce si reagisce al grido di "non abbiamo paura", cittadini di ogni nazionalità e religione portano nei luoghi colpiti lacrime, fiori e candele e si uniscono in abbracci tra sconosciuti proprio per simboleggiare che la forza sta in ciò che unisce le diversità e che la parola che alla fine deve sempre prevalere è la parola "pace", a Sacile il grande sforzo è quello di dividere.
Certamente è innanzitutto un modo semplice per distogliere l'attenzione dal fatto di non aver mai mantenuto le minacce fatte in questie due tornate amministrative, come alzare la barricate o "uscire dalla maggioranza. Certamente è un modo semplice per distogliere l'attenzione dal fatto che dopo 8 anni di governo di centro destra poco o nulla è cambiato nella tanto cavalcata questione sicurezza nella nostra città. Certamente, in questa epoca dove si crede più alle fake news che ai fatti (perchè costa fatica occuparsi di raccogliere, ricordare, studiare, confrontare e capire i fatti!), disegnare scenari catastrofici risulta facile e appetibile. Certamente non si rifugge di fronte a nulla pur di iniziare a raccolgiere consensi, nemmeno davanti alla strumentalizzazione delle iscrizioni dei piccoli alla scuola materna.
Certamente si gioca sulla facilità con cui si può influenzare la percezione della paura dove dall'altra parte non c'è conoscenza della realtà, come quella che da molto tempo fa sì che a San Giovanni del Tempio ci sia esattamente a ridosso del giardino della scuola materna una abitazione adibita esattamente ad accogliere un piccolo gruppo di rifugiati che mai sinora ha creato problemi agli abitanti di San Giovanni del Tempio. La cosa strana (per così dire) è però che, o la segretaria/Vicesindaca leghista non lo sa, oppure che non lo ha detto agli abitanti di San Giovanni di Livenza. Certamente la Lega sacilese ha dimenticato le parole dell'allora assessore leghista Salvador che, al primo arrivo di uno sparuto gruppo di rifugiati aveva detto che quegli uomini erano solo affamati e scalzi, non certo pericolosi. Certamente la Lega sacilese ha una concezione alquanto nebulosa (anche in questo caso si fa per dire) della battaglia per il mantenimento del crocifisso nelle scuole e nei luoghi istituzionali (avete dimenticato la strenua lotta in consiglio regionale di Narduzzi e Ballaman, i duri e puri?!). Probabilmente il crocifisso per la Lega rappresenta più una specie di arma medievale che il dono estremo della propria vita per gli altri. Certamente la Lega sacilese non è intenzionata a render conto alla cittadinanza del flop della tanto decantata - e tanto costata - Legge regionale sulla Sicurezza dell'ex assessora leghista Federeica Seganti. Anche in questo caso si tratterrebbe di cifre e fatti ogettivi. Quindi meglio di no. Certamente gli spettacoli leghisti ormai da tempo non alcuna remora di far ricorso anche alle comparse inquietanti di Casa Pound, come quando ci fu la manifestazione - con ben pochi sacilesi doc - sulla Pontebbana contro l'ospitalità dei rifugiati all'Acero Rosso, cosa che non suscitò alcun pericolo e di cui non rimane alcuna traccia nella memoria dei cittadini di San Giovanni del Tempio, se non la foto del nostro Sindaco che stringe la mano al capo di Casa Pound. Certamente alla Lega non ne importa nulla di richiamare i suoi amministratori al dovere di essere responsabili di buona amministrazione, che comprende anche sostenere un clima di pace sociale.
E così, mentre noi ricordiamo il papà di Valeria Solesin che davanti ai rappresentanti delle tre religioni principali dice "grazie a chi non si arrende" e che la messa appena celebrata nella Sagrada Familia è stata definita "messa per la pace e la concordia", la Lega sacilese ha iniziato la sua campagna elettorale della discordia, del sospetto, della diffidenza, del livore e dell'odio. Il tutto ben radicato sulle strategie vecchie ma sempre fruttuose dell'imprenditoria della paura - splendida definizione di don Pierluigi di Piazza.
Questa volta suggeriamo noi alle Lega lo slogan elettorale: "Vota Lega, il miglior alleato del terrorismo!" |