Dalla relazione annuale stilata da LSM relativamente alla gestione delle e-bike si possono sicuramente evincere i dati che concorrono a giustificare le spese, mentre non ci sono possibilità di avvalersi di informazioni utili ad aprire un ragionamento per un tentativo di miglioramento del servizio. Per quanto riguarda la questione più tecnica il totale di ore di utilizzo stride decisamente con le spese di relativa gestione: per l’intero 2023 le ore di utilizzo delle bici a pedalata assistita sono state infatti solo 306 che, suddivise per le nove e-bike rimaste fanno poco più di 34 ore a bici. Zero l’utilizzo privato delle stazioni di ricarica. Per queste 306 ore in 12 mesi si registra un ricavo di 640 euro, poco più dei 605 euro incassati nei sei mesi di utilizzo all’avvio del servizio nel 2022. Il contratto di servizio per la gestione e manutenzione delle bici riconosce a LSM un corrispettivo “a corpo” (cioè non importa il numero di bici) e omnicomprensivo, pari ad € 17.140,00 + IVA al 22% /annui, mentre restano a carico del Comune le spese per l’alimentazione elettrica delle stazioni di ricarica, la fornitura delle batterie delle e-bike, qualora risultino esauste e quindi non ricaricabili e l’assicurazione furto/incendio, nonchè gli interventi necessari al rispristino del funzionamento a seguito di atti vandalici. Nelle spese di gestione/manutenzione rendicontate con 19.616 Euro più IVA tra le voci elencate troviamo naturalmente le manutenzioni ordinarie e straordinarie sia delle e-bike sia delle stazioni di ricarica, gli oneri relativi al al traffico dati SIM, della manutenzione APP, del software ecc., del controllo tecnico/amministrativo degli operatori di LSM e del recupero mezzi. e pensate che i 640 euro non coprono nemmeno il traffico SIM dati 4G che costa 747,50 Euro.
Ad ogni modo tutto corretto, se non fosse che inevitabilmente susciti stupore che tale costo sia rapportato a sole 306 ore di utilizzo totale. Chi possiede una e-bike sa bene che per 34 ore di uso di certo più che un panno per pulirla non serve altro.
Certamente però la nostra e-bike con relativa batteria non la teniamo sotto il sole a 40 gradi o sotto pioggia battente o giornate a sotto zero dove la nebbia serale la mattina dopo si presenta come ghiaccio da raschiare. Ma evidentemente nessuno si è posto questo problema al momento di realizzare le stazioni di ricarica. Restiamo quindi sul tempo di utilizzo: a parte la bicicletta rubata e i vari atti vandalici di piccole rottura o pezzi sottratti, ci si chiede inevitabilmente come possa esserci una tale usura di freni, catena, camera d’aria, telaio, ecc. per una bici usata per qualche ora al mese. L’unica spiegazione, volendo escludere i tormenti del meteo, resterebbe dunque che le diamo in mano a dei ciclisti incapaci o volutamente vandali.
Beh, la lezione dovremmo averla imparata dal disastro del tanto osannato servizio dei Birò, dove l’uso iniziale era stato principalmente per divertimento con conseguenti carambole. Pare che ce ne siamo già scordati. Quindi si è avverato quello che avevo predetto proprio nell'articolo sulla fine dei Birò nel 2021: il fallimento di questo ennesimo sperpero di denaro pubblico per una cittadina dove ognuno ha la sua bici e vorrebbe semplicemente strade più sicure!
Ad ogni modo, questo 2023 ha indubbiamente dimostrato l’insuccesso anche di questo servizio che avrebbe dovuto sensibilizzare alla mobilità sostenibile. Con l’interpellanza di settembre del gruppo consiliare PD-SPS lo avevamo temuto e, sentendoci responsabili come minoranza di dare un contributo al miglioramento, avevamo chiesto quali azioni si intendesse mettere in atto al fine di trovare al più presto una soluzione per migliorare il servizio di noleggio delle e-bike comunali, renderlo veramente efficace come alternativa di mobilità sostenibile ed economico per il bilancio comunale. La risposta era stata che si sarebbe “investito in una miglior comunicazione”. Esattamente la stessa risposta data per il flop degli “abbonamenti gravidanza”. Che poi nessuno dei due ha ricevuto un minimo spazio nel Giornale di Sacile ricevuto da poche settimane dalle famiglie. Nemmeno lì un pò di "comunicazione". Ma rispetto all’insuccesso dei permessi rosa, la differenza è che quello delle e-bike pesa sulle casse del Comune.
Veniamo perciò ora alla seconda parte, cioè quella mancante nella relazione, perché per iniziare da una base di analisi per poi ragionare su eventuali modifiche migliorative del servizio è indispensabile valutare molti altri dati, come per esempio: - Quanti sono gli utenti registrati (207 a gennaio 2024) che hanno ripetutamente usato le bici e quanti solo una volta e mai più? Quanti sacilesi e quanti turisti? Sarebbe utilissimo riuscire a capire almeno da un piccolo campione le ragioni per cui non han più avuto interesse. - Quali mesi e giorni hanno visto maggior frequenza? Se uso quasi nullo da novembre a febbraio potrebbe essere il caso di ritirarle e metterle al riparo? Giorni feriali o festivi, più per uso turistico o lavorativo? - Da quali stazioni di ricarica son state prelevate più e-bike? Potrebbe essere utile ripensare la collocazione di una postazione poco usata? - Sono state prenotate più per una sola ora o più per tre ore o oltre? Partendo da un’analisi di queste ed altre informazioni si potrebbe ragionare ad es. sull’utilità di rimodulazione delle tariffe, sulla promozione di giornate gratuite, sulla promozione di giornate dimostrative dell’uso delle e-bike o su escursioni per piccoli gruppi, oppure vagliare la possibilità di allargare l’uso ai minorenni muniti di patentino, e diverse altre valutazioni che potrebbero, anche se molto difficilmente, portare ad un incremento della richiesta.
D’altra parte nel contratto di servizio era stato scritto che si stabiliva “un periodo sperimentale, fino alla data del 31/12/2022, entro la quale ciascuna delle parti potrà proporre miglioramenti e modifiche in funzione dell’andamento del servizio”. Ma non è stato fatto. Allora proviamoci ora. Magari portando l’argomento in commissione Lavori Pubblici. |