Elogio della cuoca |
Sabato 22 Settembre 2012 08:32 |
Ciclicamente tornano alla ribalta le questioni legate alle mense scolastiche. Anche nel nostro Comune, da un lato si attende l'esito del ricorso seguito alla gara per l'affidamento dell'appalto mensa, dall'altro monta ancora una volta la rabbia dei genitori per questioni di gestione e di qualità. Ma SPS vuole iniziare una riflessione da tutt'altro lato: dall'elogio alla cuoca. Quella cuoca che ci siamo persi per strada. Quella che era una delle tante figure di dipendenti comunali. Quella che ad un certo punto è stata considerata una forza lavoro troppo dispendiosa per le casse comunali. Italiane si intende. Perché andate dall'Austria alla Norvegia, e le cuoche le troverete in mezzo ai loro bimbi. Perchè occuparsi del cibo, prepararlo, offrirlo, descriverlo ai bimbi, è considerato di fondamentale importanza. Per questo, nelle scuole situate in quartieri "difficili" addirittura alla mattina i bimbi ricevono la colazione. Perché "dare" cibo significa "dare" attenzione. Che figura imponente, la cuoca, per un bimbo! Quella signora solitamente robusta e solitamente allegra. Quella signora tutta in bianco, dalle braccia ben tornite e dalle guance perennemente un po' arrossate dall'impastare, tagliare, sbattere, mescolare, aprire coperchi di pentole fumanti, togliere casseruole stracolme dalla bocca del forno. La cuoca che riceve il fornitore che porta l'occorrente per la giornata. La cuoca che controlla con occhio esperto quanto le arriva. E i bimbi che possono vedere come si presenta la verdura prima di essere tagliata o cotta, che sembianze ha la frutta prima di diventare macedonia, che colore di fuoco hanno le bistecche, che suono ha la pasta quando scorre nella pentola che borbotta di bolle, che magia sta nel versare una polvere nel latte e ritrovarselo morbido budino. Per non parlare dei profumi. Basta poco per capire a naso che ci sarà l'arrosto con le patatine al forno o che ci sarà il budino alla vaniglia con lo sciroppo caldo di lamponi. L'esatto contrario dell'odore nauseabondo "di mensa" che da anni ha ormai intriso l'intero edificio della "G.Deledda", che non serve più il plesso, ma è diventata sede logistica di tutta l'attività mensa di Sacile. Non suscita certo appetito, anzi, la gola e lo stomaco li chiude. E quale aspettativa volete che crei un assettico carrello dal quale esce cibo di cui si ignora la fattezza originaria, o l'anonimo vassoioetto in polistirolo che apri poco convinto, quasi timoroso per ciò che troverai dentro. La signora cuoca. Quanta autorevolezza nel momento che la trovi davanti e con il suo braccio, non certo esile, affonda il mestolone nel pentolone e ti sistema con un gran sorriso nel piatto la tua porzione guardandoti dritto negli occhi. E chi osa rifiutare?! Certo che, preparato da lei, mangiavi anche ciò per cui a casa facevi un pò di capricci. E magari poi la mamma si consultava con la cuoca e questa sapeva sempre dare alle mamme i suoi giusti consigli. La signora cuoca. L'unica ad avere sicuramente l'autorevolezza di contrastare i messaggi promozionali di cibo spazzatura delle televisione. La signora cuoca. Quella che costava troppo alle casse comunali. Quella che, diciamo noi, forse avrebbe costato meno di quantità enormi di cibo buttate a fine pasto, di decenni di conferenze e convegni sull'alimentazione, interventi di educazione alimentare nelle scuole, iniziative che durano pochi giorni ma per essere varate coinvolgono per mesi un sacco di "esperti" che van pagati, la piaga dell'obesità e del diabete che aumentano, farmaci, la tragedia di anoressia/bulimia, centri specializzati per disturbi alimentari. Complimenti, ancora una volta, a noi grandi, per la lungimiranza con cui compiamo le nostre scelte di efficacia, efficienza ed economicità. Perchè dunque stupirsi: senza cuoca non si parla di cibo, ma di come pagare il buono mensa e di come disdire un pasto via sms. E' così che nutriamo i nostri bimbi in modo... efficace, efficente ed economico. Da piangere. |
Ultimo aggiornamento Martedì 19 Settembre 2017 19:32 |