Non è facile trovare parole per quello che sta succedendo e probabilmente riusciamo tutti solo molto lontanamente a immaginare come si sentono, come si guardano, di cosa parlano, come pensano ai loro figli, i lavoratori, magari coppie, che lavorano alla Electrolux. Torna ad un tratto in mente quando negli anni ‘70 dalle Magistrali e dall'IPSIA gli studenti marinavano e andavano in autostop a PN per partecipare ai cortei degli operai della Zanussi. E ci si sentiva coraggiosi a 17 anni a sfilare in mezzo ai celerini con la visiera abbassata. E si era ben consapevoli che dovevamo essere tutti uniti. Ma erano lotte che riguardavano un problema ben preciso, una lotta tra operai e azienda in loco. Nulla rispetto ad oggi. Una lotta impari, tra due soggetti sconosciuti uno agli altri. Operai e Multinazionale. Una lotta infinitamente più impari. Un destinatario infinitamente meno riconoscibile. Una rivendicazione che chiede disperatamente risposte a tortuose logiche economiche. Una volta protestavi contro un "padrone" in carne ed ossa, che magari ti guardava sfilare dalla vetrata del suo ufficio. Ora non sai CHI è. Chi sono i vari menbri di un Consiglio di Amministrazione che ogni tanto si riuniscono in sede o via teleconferenza, ma che per il resto vivono sparpagliati nel mondo? Che ne sanno loro di come è fatta Porcia e della gente che ci vive?
Abbiamo celebrato l'inglobazione nelle varie multinazionali come l'entrata in un "colosso". Invece era l'annessione operata da una dittatura. Se davvero, come dicono tutti i docenti universitari, i politici, gli amministratori, gli esperti intervistati, sono mancate le “politiche nazionali”, "il territorio non ha saputo innovarsi", "le medie imprese che han saputo investire in ricerca vanno meglio", mi chiedo: dove erano finora questi saggi di oggi? Le attuali dichiarazioni sono delle semplici "constatazioni" che qualsiasi cittadino sta facendo da sè. Non dovevano i docenti universitari formare manger di qualità? E i politici, gli amministratori, i vari altri esperti, non ne hanno mai parlato ai loro riferimenti nazionali? Non sapevano chi erano i loro Ministri, sottosegretari, parlamentari, membri di commissione? Pensavamo che la crisi e la chiusura delle prime aziende (ad es. i mobilifici intorno a noi) che come SPS avevamo seguito (v. caso Abbarredi, poi quello della Mercury, seguito poco dopo da Della Valentina) fossero un evento terribile. Poi son arrivate a cascata le chiusure una dopo l’altra. Poi non credevamo che potesse toccare anche un’azienda come la Ideal Standard. Ora l’Electrolux. Come immaginare lo scenario che avremo in primavera nella nostra provincia? Non si può pensare che non coinvolgerà non solo il territorio provinciale tutto, ma anche chi ha altro impiego. Chi non avrà un vicino che non saprà come pagare l’affitto o il mutuo? Che non può pagare le bollette? Che non potrà mandare i figli dal dentista? Che non potrà mandarli in viaggio di istruzione? Davvero mancano le parole. A noi piace fare ricerca, citare dati, confrontare, segnalare buone pratiche. Cosa ricerchiamo, citiamo, confrontiamo, segnaliamo in questo caso? Il nulla. La sensazione è che, come in “La storia infinita” il vero male sia il nulla che sta per inghiottirci.
Non ce la sentiamo di definire questa semplice riflessione una "posizione politica". Pare tutto troppo poco, troppo semplicemente rituale, nemmeno tanto dignitoso. Un debole gesto di vicinanza. Una sentita ma certamente non risolutiva dichiarazione di solidarietà.
in aggiunta scrive Emilio: Non voglio buttarla in politica ma è il capitalismo ragazzi! Forse pensavate che questa teoria economica, che ormai anche a destra molti mettono in dubbio, portasse benessere per tutti e fosse una panacea per l'umanità intera?! Quando i tanto criminalizzati no.global mettevano in guardia sul pericolo delle multinazionali ed del loro enorme potere finanziario ed aggiungo corruttivo, quando affermavano che non è democratico che la ricchezza del mondo fosse in mano a poche migliaia di persone e questo rappresentava un pericolo per la democrazia, pochi si sono stracciati le vesti....è il mercato che regola tutto, dicevano i post Thatcheriani....In ogni caso se posso fare una modesta proposta penso che l'unica speranza, (se mai è fattibile) , è riconvertire la produzione della Electrolux verso tecnologie verdi e la produzione di componenti per l'energia rinnovabile, i materiali ecocompatibili, come ad esempio le turbine eoliche che già sono state prodotte ed installate in Danimarca, e che forse una azienda come Electrolux è in grado di realizzare dal punto di vista tecnologico. Bisogna vedere se c'è la volontà da parte dell'azienda di produrre queste tecnologie e soprattutto di produrle in Italia.....invece di andare in altri paesi dove è più conveniente per la multinazionale svedese....Siccome in Italia manca del tutto una politica industriale da parecchio tempo ed i nostri politici (la maggioranza ovviamente) pensano a tutto fuorchè alle cose veramente importanti, la vedo dura!
|